L'odissea temporale sul grande mistero della vita
L’approccio con questo film non deve essere come quello con un qualsiasi altro film.
Per questo motivo, chi lo vede se pensa ad una struttura narrativa e un racconto lineare e chiaro, lo trova terribilmente noioso. “2001” è da guardare non come una storia raccontata, ma come una parabola che occupa millenni interrogandosi sulle ragioni dell’esistenza.
Questo film rivoluziona l'utilizzo dell'inquadratura, che qui non è più un semplice strumento per narrare, ma assume un significato a sé stante, riuscendo ad esprimere senso da sé.
Musica e immagini vincono la parola, e questa è proprio una capacità che il cinema ha, cioè quella di colpire l’inconscio senza bisogno di parole.
Passiamo al significato.
Il monolite a forma di parallelepipedo è un’entità divina ed aliena, un modo per rappresentare in maniera “anonima” Dio, ovvero l’inconoscibile. Esso simboleggia anche la ragione e la coscienza, all'arrivo delle quali corrisponde la nascita della violenza. Nella preistoria, così come nel futuro: ogni volta che il monolite appare, sconvolge l’esistenza degli esseri viventi che, siano uomini o primati, si battono violentemente per raggiungere il sapere, appunto, rappresentato dal monolito.
Appena la scimmia diventa uomo, soggetto pensante e cosciente, diventa violenta.
E’ presente, inoltre, il concetto dell’eterno ritorno : la scena finale ritrae il protagonista prima giovane, poi vecchio, poi moribondo, e poi sotto forma di feto, per rinascere, in una circolarità eterna. C’è, quindi, un ritorno continuo al punto di partenza, al bambino, che conosce il male diventando uomo, e che rinasce dopo essere diventato vecchio.
Questa continuità vitale è metafora dell’esistenza, che ruota sempre intorno alla figura del monolito, centro di tutte le nostre domande senza risposta. Nella vita non ci imbattiamo forse in “monoliti”,
domande scure, la cui risposta, sulla motivazione della nostra esistenza, vorremmo toccare con mano, come cercano di fare i personaggi di questo film? Un senso all’esistenza della vita non si può dare, perciò il finale è aperto a qualsiasi interpretazione.
Questa continuità vitale è metafora dell’esistenza, che ruota sempre intorno alla figura del monolito, centro di tutte le nostre domande senza risposta. Nella vita non ci imbattiamo forse in “monoliti”,
domande scure, la cui risposta, sulla motivazione della nostra esistenza, vorremmo toccare con mano, come cercano di fare i personaggi di questo film? Un senso all’esistenza della vita non si può dare, perciò il finale è aperto a qualsiasi interpretazione.
Guardando “2001” dovremmo capire che quello che non conosciamo è qualcosa di gigantesco, come l’universo, e che il mistero del cosmo non è separabile da quello della vita terrena. Sono un unico grande mistero. E’ questa l’importante riflessione che Kubrick ci spinge a fare, in un capolavoro inarrivabile, sia dal punto di vista registico, che da quello contenutistico.
Titolo originale: 2001: A Space Odyssey.
Durata: 144 min.
Genere: fantascienza.
Regia: Stanley Kubrick.
Trailer :
Scena di apertura:
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