Esistono film capaci di ridimensionare – cinematograficamente parlando - tutto quello che fino al momento dell’illuminazione si credeva fosse “bello”.
Donnie Darko è uno di questi titoli spartiacque, uno strano oggetto da avvicinare con cautela che potrebbe lasciarvi stregati come del tutto indifferenti e che ha atteso ben tre anni dalla sua produzione per avere una distribuzione italiana. Il film di Richard Kelly è un gioiello multiforme colmo di sfaccettature ed interpretabile su innumerevoli piani di lettura, una di quelle rare perle capaci di coinvolgere l’animo, l’intelletto e la curiosità dello spettatore creando un mix che annulla qualsiasi difesa ed è in grado – nella sua originalità – di coglierti alla sprovvista fino a toccarti nel profondo, per mezzo – soprattutto - di una storia ricchissima di spunti per interminabili discussioni.
Donnie Darko è “cosa sarebbe stato ‘American Pie’ se David Lynch avesse preso in ostaggio il cast e la troupe”.
La sceneggiatura è – in una parola – perfetta. Tutto combacia, nulla è superfluo. Non una parola di troppo né una di meno. Il film è costantemente immerso in un’atmosfera surreale e in una squisita ambiguità, ma la comprensibilità del tutto non viene mai compromessa ed è ottenuta in maniera intelligente e affatto didascalica. Se alla fine del film rimarrete ammutoliti non sarà certo per lo sbigottimento provocato dal solito finale volutamente e forzatamente criptico, che sembra andare tanto di moda tra le nuove leve: l’assenza di parole sarà dovuta alla complessità del commento che sarete chiamati a fare in caso vogliate discutere su quanto avete appena visto.
Con Donnie Darko è impossibile cavarsela con un semplice “fico eh?”; chi decidesse di aprire bocca lo farebbe a suo rischio e pericolo, e in tal caso dovrebbe assicurarsi di essere disposto a
mettere in piazza i propri sentimenti e ad avere a disposizione ancora un paio d’ore libere. Il film solleva dubbi, affronta tematiche importanti e tocca numerose corde dell’animo umano. L’opera di Richard Kelly fa sorridere, inquieta, commuove, avvince e spaventa. Impossibile relegarlo all’interno di una comoda etichetta.
(Titolo originale:Donnie Darko,anno:2001,genere:fantascienza)
Frasi da incornicare prese dal film:
Donnie a Frank e Frank a Donnie:
"Perchè indossi quello stupido vestito da coniglio? Perchè indossi quello stupido vestito da uomo?"
Nonna Morte :"Ogni creatura della Terra quando muore è sola!"
Donnie :"Ogni essere vivente segue un percorso prestabilito, ma ci sono confini che a volte la vita ti chiede di varcare… io l'ho fatto."
Trailer del film:
Secondo voi è il tempo che corre incontro a donnie o è Donnie che corre incontro al tempo fregandonese di tutto ciò che può accadere se si comincia a liberare l'inconscio dalle recondite vibrazioni del quotidiano che tutti noi viviamo ogni giorno?
RispondiEliminaE, secondo voi, Donnie è vittima o carnefice della situazione? E a quale archetipa iconografia si riferisce al coniglio, forse paura o ingenua tenerezza?