Bill Hayes è in vacanza con la sua ragazza in Turchia quando viene fermato ai controlli dell’aeroporto di Istanbul e arrestato perché stava cercando di portare 2 Kg di hashish negli States. Viene subito processato e condannato a 4 anni di carcere.
Il consumo della droga è in continua espansione e in Turchia vogliono dare un segnale forte alla lotta alla droga, con delle punizioni esemplari.
Durante il periodo di detenzione Bill viene picchiato brutalmente e stuprato dalle guardie penitenziarie.
L’inferno però sembra non aver fine per Bill, mancano infatti solamente 53 giorni al termine della sua pena quando gli viene comunicato che il processo è stato annullato e che verrà rifatto da li a poco, questa volta verrà condannato a 30 anni di carcere.
L’inferno però sembra non aver fine per Bill, mancano infatti solamente 53 giorni al termine della sua pena quando gli viene comunicato che il processo è stato annullato e che verrà rifatto da li a poco, questa volta verrà condannato a 30 anni di carcere.
Torturato, umiliato e demoralizzato, Bill perde ogni speranza di poter uscire dal carcere. Il suo non è un caso isolato, i compagni di cella non se la passano meglio di lui. Reagendo all’ennesimo tentativo di stupro da parte del capo delle guardie, arriva ad uccidere il suo aguzzino, e indossando l’uniforme di secondino scappa dal carcere.
Fuga di mezzanotte ha tanti meriti, li ha anche se sono gli stessi che ci fanno male durante la visione.
Un film durissimo,verissimo, ma che infine riesce a darti quel sollievo che tanto ti fa desiderare.
Alan Parker è un regista con più di una vena"europea" e il film trae beneficio da uno sguardo distaccato, anche se carico di enfasi.
Ci sono parecchi momenti forti e tutti corrispondono ai climax più impressionanti, ai momenti di alto cinema.
Il linguaggio è scarno, realistico, ma non privo di cuore, infatti, durante tutta la pellicola, si può avvertire il debole ma sempre presente segnale di speranza, grazie alla quale anche noi spettatori ne usciamo psicologicamente illesi.
Affascinante perchè attendibile.
Profondo perchè crudo.
Brad Davies recita nel suo ruolo più calzante e gli altri comprimari sono, forse, persino più bravi.
La parabola a cui si assiste ha il gusto della disperazione lancinante, della sofferenza indicibile, dei traumi disumani, si vive tutto il rancore, la frustrazione e la follia a cui si è costretti a sottostare.
Film da vedere assolutamente!
Trailer:
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