A Napoli, sotto le feste, è tradizione rivedere uno dei capolavori di Eduardo De Filippo
Natale in Casa Cupiello.
Ed io non posso che onorare la tradizione della mia città natale.
Eduardo è Luca Cupiello, anziano pater familas, senza autorità, tollerato dalla moglie Concetta (Pupella Maggio) con cui vive in una modesta e fredda casetta.
Con loro abitano il figlio Tommasino (Luca De Filippo), detto Nennillo, nullafacente, dagli atteggiamenti infantili - tant'è che la madre, ogni mattina, deve portargli 'a zuppa 'e latte per farlo alzare dal letto - e il burbero zio di questi, Pasquale (Gino Maringola), fratello di Luca, anch'egli scansafatiche che solo occasionalmente aiuta l'economia familiare.
All'insaputa di tutti, i due hanno, però, messo su una sgangherata attività illecita: per procurarsi qualche soldo vanno rubacchiando dove capita.
Siamo nel periodo pre natalizio e Luca, come ogni anno, si dedica maniacalmente alla costruzione del Presepe, preso in giro dalla moglie e dal figlio che alla domanda paterna, costantemente ripetuta, Te piace 'o presebbio? risponde con un secco e svogliato no.
Luca viene completamente assorbito dal suo amato Presepe, vi si rifugia e isola, restando, così, ignaro dei problemi della famiglia: la figlia Ninuccia (Lina Sastri), sposata senza amore con Nicolino (Luigi Uzzo), piomba in casa e, esasperata dall'ennesima lite con il marito, dichiara alla madre la sua intenzione di lasciarlo con una lettera, per fuggire con il suo primo amore Vittorio (Marzio Honorato). Tuttavia, Concetta con molti sforzi, riesce a sottrarre la lettera alla figlia e a far riappacificare i coniugi.
Lucariello non capisce nulla, anzi è proprio lui che per una serie di coincidenze crea scompiglio: infatti, prima mette in mano a Nicolino la lettera scritta da Ninuccia per lasciarlo, nella quale ella confessa di averlo sempre tradito con Vittorio, poi invita quest'ultimo al cenone della Vigilia.
Solo nel tumulto generale che si crea con l'incontro tra il marito tradito e l'amante della figlia, si rende conto della situazione e, sconvolto, crolla e viene colto da gravi difficoltà motorie e verbali.
Infine, quando Vittorio, sentendosi responsabile, va a fare visita a Luca, questi, nel delirio della malattia, lo scambia per Nicolino e, congiungendo le sue mani con quelle di Ninuccia, benedice la loro unione, proprio nell'attimo in cui sopraggiunge il marito della figlia.
Mentre fuori si sparano i fuochi per Capodanno, Luca, che ora ha negli occhi l'illusione di una ritrovata pace familiare, rivolge al figlio la consueta domanda Te piace 'o presebbio? ed esala l'ultimo respiro, dopo avergli strappato finalmente un sì.
Natale in Casa Cupiello sa far ridere di cuore e commuovere allo stesso tempo.
Fra le commedie di Eduardo, è quella che ha avuto la gestazione più lunga e singolare.
Eduardo stesso l'ha definita "un parto trigemino con una gravidanza di quattro anni".
Debuttò il 25 dicembre 1931 al cinema-teatro Kursaal di Napoli, inizialmente composto da un atto unico (l'attuale secondo atto).
Il secondo atto, che poi diventò il primo, venne scritto un anno più tardi, quando la compagnia del Teatro Umoristico "I De Filippo", reduce dai successi conseguiti, si trasferì nell'elegante sala del Teatro Sannazaro e dovette dotarsi di un repertorio di maggiore ampiezza.
Il terzo atto fu aggiunto due anni più tardi.
Della messa in scena teatrale furono fatte due edizioni televisive: una nel 1962, l'altra, a cui faccio qui riferimento, nel 1977.
L'opera, solo apparentemente semplice, è una miscela ben bilanciata di humor e pathos, che non perde la natura comico-umoristica con la quale era stata concepita, nonostante i forti tratti drammatici.
Luca Cupiello è un tipico antieroe-bambino, si è costruito un mondo tutto suo avulso dalla realtà, in cui si rifugia con candore e ingenuità, rifiutando ciò che stona con il suo ideale.
Crede di aver costruito una famiglia felice, rappresentata nella sua illusione dalla Sacra Famiglia del suo amato Presepe.
Resta ignaro di tutto e la freddezza con cui lo trattano i familiari lo allontana ancora di più dal mondo, ma allo stesso tempo lo spinge, con forza, a cercare di riguadagnare un suo spazio nelle dinamiche della famiglia, ma invano.
La visione lucida della situazione familiare dura solo un momento, poi cade nuovamente in uno stato di alienazione allucinata.
Infatti, il prendere coscienza dei fatti che lo circondano, invece di "svegliarlo", lo portano ad un'estraniazione ancora maggiore, data dall'ostinato rifiuto irrazionale di affrontare la realtà.
L'interpretazione di Eduardo è magistrale, il suo personaggio provoca un riso che nasconde cupe note in sottofondo, indici del dramma del pater familias.
Egregi anche gli altri attori della compagnia.
Frasi della commedia:
Luca Eh ….. Questo Natale si è presentato come comanda Iddio. Co’ tutti i sentimenti si è presentato, d’altrone lo deve fare è il mese suo. (beve un sorso di caffè e subito lo sputa) Mamma do carmine, Concè ti sei immortalata, che bella schifezza che hai fatto, Conce’!
Luca Ma perché vuoi dare la colpa al caffè, che in questa tazza non c’è mai stato?
Concetta Ah! Lucarie, ti sei svegliato spiritoso? Beato te.
Luca Tu sei permalosa, sei diventata permalosa, Non ti piglià collera, Conce’. Tu sei una donna di casa e sai fare tante cose, come si deve. Pasta e faggioli, ‘a frittata c’ ’a cipolla, sei maestra, sei la reginetta della frittata c’a’ cipolla, come la fai tu non la sa fare nessuno. Ma ‘o ccafè non è cosa per te.
Tommasino (raggomitolato e sprofondato sotto le coperte reclama) ‘A zuppa ‘e latte!
Luca E’ questa la sola cosa che pensi: “ ‘a zuppa ‘e latte, ‘a cena, ‘a culazione, ‘o pranzo” …. Alzati, ‘a zuppa e latte te la vai a prendere in cucina perché non tieni i servitori.
Tommasino Se non me la portate dentro al letto non mi sòso.
Concetta Io nun capisco che ‘o faie a ffa, stu Presebbio. Na casa con nguaiata, denare ca se ne vanno… E almeno venesse bbuono!
Tommasino (con aria volutamente distratta) Non viene neanche bene.
Luca E già, come se fosse la prima volta che lo faccio! Io sono stato il padre dei Presepi ….. venivano da me a chiedere consigli ….. mo viene lui e dice che non viene bene.
Tommasino (testardo) A me non mi piace
Luca Questo lo dici perché vuoi fare il giovane moderno che non ci piace il Presepio…. Il superuomo. Il presepio che è una cosa commovente, che piace a tutti quanti…..
Tommasino (testardo) A me non mi piace. Ma guardate un poco, mi deve piacere per forza?
Luca ‘O zuppone s’ ‘o va a piglia in cucina. (a Tommasino) che l’hai presa per una serva, a tua madre? Eh? Tua madre non serve!
Luca Cu essa? Ma l’aggia piglià cu donna Cuncetta! Cunce’, te l’ho detto sempre: tu sei la mia nemica! Ecco l’educazione che hai dato ai tuoi figli, e questi sono i frutti che raccogli! Ma io me ne vado! Vi lascio a tutti quanti, vi saluto! Vado sopra una montagna a fare il romito!
Luca Te piace o' presebbio?
Tommasino No nun mi piace o' presebbio!
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