"Strano, vero?
La vita di un uomo è legata a tante altre vite. E quando quest'uomo non esiste lascia un vuoto."
Celebriamo il Natale alle porte con uno dei film che più ne custodisce la vera essenza: La vita è meravigliosa di Frank Capra.
La storia è incentrata su George Bailey (James Stuart), onesto ragazzo di una cittadina di provincia, Bedford Falls.
Quando il padre viene a mancare, è costretto ad abbandonare le sue aspirazioni per dedicarsi alla cooperativa di risparmio parterna, la Bailey Costruzioni e Mutui, insieme allo zio Billy (Thomas Mitchell).
Dopo un lungo corteggiamento, sposa la dolce Mary (Donna Reed) da cui ha quattro figli.
George dedica la propria vita agli altri, la sua compagnia aiuta i meno fortunati e, a stento, cerca di arginare lo strapotere di Henry Potter (Lionel Barrymore), meschino magnate che vorrebbe comprare l'intera cittadina.
La vigilia di Natale scade un importante pagamento alla Banca che eviterà il fallimento alla compagnia, ma Potter, proprietario della banca, sottrae la cifra all'inconsapevole zio Billy incaricato del deposito.
Disperato davanti a quello che crede il fallimento più grande della sua vita, George decide di suicidarsi.
Sente la sua esistenza inutile e vuota, ma, mentre sta per gettarsi in un fiume, un uomo vi si getta per primo e George si butta a sua volta per salvargli la vita.
L'uomo rivela a George di essere un angelo di seconda classe, di nome Clarence (Henry Travers), che, per guadagnare le ali, è stato mandato da Dio ad aiutarlo.
George non ci crede, non voleva essere salvato, anzi vorrebbe non essere mai nato.
Clarence lo accontenta e gli mostra come sarebbe stata la vita dei suoi concittadini senza di lui.
Il protagonista, scettico, torna in città, ma la trova diversa: è diventata la capitale del vizio, completamente in balia di Potter che l'ha ribattezzata Potterville.
Le persone che nella vita aveva aiutato, ora sono in miseria: la moglie è un'anonima bibliotecaria che non si è mai sposata; i loro figli non sono mai nati; il suo vecchio datore di lavoro è in galera per
l'avvelenamento accidentale di un bambino; il
fratello è morto all'età di tre anni perché George non c'era per salvarlo dall'annegamento.
Cerca di avvicinare i suoi cari ma nessuno lo riconosce. Si rende, così, conto del significato della sua esistenza per sé e per gli altri, di cosa sia veramente importante e quanto sarebbe stato grande l'errore se si fosse suicidato.
Clarence fa tornare George nella realtà e, questi, pieno di gioia, corre a riabbracciare la sua famiglia.
A casa trova una sorpresa: tutti i cittadini di Bedford Falls hanno ricambiato la sua solidarietà e hanno fatto una colletta per salvare la sua compagnia.
Basato sul racconto di Philip Van Doren Stern, The Greatest Gift, la pellicola di Capra, nonostante le critiche per eccesso di sentimentalismo e illusorietà, è diventata une delle più amate di tutti i tempi, con un fascino intramontabile.
Classificarlo meramente come "natalizio", significa sminuirne lo spessore, dietro c'è molto di più di un film da "buoni sentimenti" e " e vissero tutti felici e contenti".
Con la sua efficace semplicità stilistica e di regia, il film riesce a convertire i sentimenti dei personaggi in emozioni degli spettatori che non possono far altro che diventare parte della storia e commuoversi.
Capra usa toni dickensiani per passare dal pessimismo e le tinte fosche della disperazione di George fino ad arrivare all'inno alla vita finale, alla consapevolezza che l'amore e la solidarietà sono il balsamo dell'esistenza umana, l'ancora di salvezza dalla disperazione.
Come scriveva John Donne "No man is an island", l'esistenza di ogni uomo è legata a quella degli altri, se un uomo muore, a rimetterci è l'intera umanità e niente dovrebbe essere così forte da farci abbandonare, con superficialità, l'unico grande dono che abbiamo.
L'ingenuo ottimismo, irreale e quasi fastidioso, che si obietta al film è, tuttavia, scalzato dalla forza della sua bellezza, dalla perfezione delle scene, esaltate dal poetico bianco e nero.
James Stuart rende una delle sue interpretazioni più intense, soprattutto nei momenti più neri del personaggio.
Il film ottenne cinque candidature all'Oscar, vinse un Golden Globe e nel 1998 fu inserito nella lista dei migliori cento film statunitensi dall'American Film Institute.
Inoltre, è uno dei film più omaggiati della storia del cinema e della televisione.
Trailer:
Frasi del film:
- Che cosa vuoi, Mary? Puoi dirmelo! Vuoi la luna? Se la vuoi, io la prenderò al laccio per te. (George)
- Gli ideali scompagnati dal senso pratico possono rovinare le aziende. (Henry F. Potter)
- Peter Bailey da morto è molto più ricco di quanto potrete mai esserlo voi da vivo. (George)
- In amore tutto è permesso. (George)
- Vali più da morto che da vivo. (Henry F. Potter)
- Strano, vero? La vita di un uomo è legata a tante altre vite. E quando quest'uomo non esiste, lascia un vuoto. (Clarence)
- Ti è stato fatto un gran regalo. Vedere come sarebbe stata la vita qui senza di te. (Clarence)
- Clarence! Clarence! Aiutami, Clarence! Fammi tornare indietro! Non m'importa di quello che accadrà: ridammi mia moglie e i miei bambini! Aiutami, Clarence, ti prego! Voglio tornare a vivere!!! Fammi vivere! Ti prego, Dio, fammi vivere ancora! (George)
- Guarda papà, guarda. La maestra dice che quando suona una campana un angelo mette le ali. (Zuzu)
- Caro George, ricorda che nessun uomo è un fallito se ha degli amici. P.S. Grazie delle ali! Con affetto, Clarence. (dedica di Clarence sul libro Le avventure di Tom Sawyer che regala a George)
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