"Quando penso a mia moglie, penso sempre alla sua testa. Immagino di aprirle quel cranio perfetto e srotolarle il cervello in cerca di risposte alle domande principali di ogni matrimonio.
A cosa pensi? Come ti senti? Cosa ci siamo fatti?"
Recensire l'ultima fatica di David Fincher è davvero difficile, sopratutto considerando i capovolgimenti che si susseguono nel corso del film.
Già la frase di apertura ci spiazza.
C'è qualcosa che stride con la bellezza delle immagini che stiamo guardando.
Un marito amorevole che accarezza la testa della bellissima moglie appena sveglia. Una voce calda che sembra abbracciarci irrompendo nella stanza. E invece distrugge la perfezione del momento con qualcosa che ci turba dall'interno.
C'è odio più che amore.
E Fincher ci dice subito che qualcosa non va.
Nick Dunne (Ben Afflek) è al bar della gemella, è il quinto anniversario di matrimonio con Amy(Rosamund Pike).
Lei avrà di nuovo inventato qualcosa per farlo uscire di testa, un'altra caccia al tesoro che lui non riuscirà a finire provocando l'ira della moglie.
Ma quando torna a casa, lei non c'è.
Denuncia la scomparsa alla polizia.
Gli agenti vogliono vederci chiaro, chi è lui, chi è lei? come passa le giornate sue moglie? Cosa ha fatto a sua moglie?
Cosa significa una busta con scritto "Clue one" nel cassetto delle mutande?
(vi dice niente Seven?)
(vi dice niente Seven?)
Gli indizi che Amy lascia per il rito dell'anniversario ci fanno scendere nella vita della coppia.
Ci portano nello studio di Nick, ora è un professore, alle mutandine di una studentessa, alla vecchia casa di suo padre, dove trovano un diario bruciato.
È il diario di Amy. Il filo narrativo si sdoppia.
La sua voce ci narra come si sono conosciuti a New York ad una festa, entrambi giornalisti, come sia rimasta impressionata da quell'uomo diverso dagli altri che prima di baciarla le ha scostato con dolcezza dal labbro la farina che volava fuori da una pasticceria.
Amy, la strafiga, l'inarrivabile, ma sempre dietro alla Mitica Amy, personaggio della serie di libri che ha fatto la fortuna dei suoi genitori.
Le carriere di Nick e Amy falliscono, la madre di Nick si ammala, per starle vicino si trasferiscono nella piccola cittadina che ha dato i natali a Nick.
Iniziano ad emergere le crepe della perfetta storia dei perfetti Nick e Amy.
Le loro fragilità e incomprensioni, di pari passo con le indagini della polizia che stringono sempre più il cappio intorno al collo di Nick.
Il tutto aumentato dalla crescente psicosi dei media.
Il tutto aumentato dalla crescente psicosi dei media.
Fincher ci fa precipitare in un turbine di eventi, in un crescendo di suspense. Ci gira e rigira a suo piacimento. Ormai siamo convinti di sapere quello che è accaduto e il momento dopo il quadro è cambiato, la situazione si capovolge. Siamo smarriti di nuovo.
I paradigmi dei protagonisti scoppiano poco a poco sullo schermo e ne svelano la duplicità: Amy, la moglie innamorata, la stronza coi soldi, ingabbiata nel modello perfetto di se stessa, costretta a riproporsi sempre uguale, sempre perfetta per accontentare tutti quelli che l'hanno sempre vista e voluta così; Nick, il brav'uomo, il fedifrago, il fallito senza un soldo, sempre sottomesso dalle donne della sua vita (Amy, la sorella) che lo giudicano e lo guardano dall'alto in basso, inetto, incapace di prendere il controllo della situazione.
Finché....
E il regista è abilissimo nel farlo.
Un thriller hitchcockiano (impossibile non pensare a Vertigo) ben confezionato, con toni che scivolano nel grottesco.
Un thriller hitchcockiano (impossibile non pensare a Vertigo) ben confezionato, con toni che scivolano nel grottesco.
E ci lasciano senza fiato.
Un continuum con gli altri film del registra che, come con Millennium e Fight Club prende un romanzo (lì erano Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson e Fight Club di Chuck Palahniuk; qui L'amore bugiardo di Gillian Flynn) e lo piega alle sue venature stilistiche.
Un continuum con gli altri film del registra che, come con Millennium e Fight Club prende un romanzo (lì erano Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson e Fight Club di Chuck Palahniuk; qui L'amore bugiardo di Gillian Flynn) e lo piega alle sue venature stilistiche.
Il ruolo di Nick calza alla perfezione a Ben Afflek, apprezzabile nella sua inespressività.
Rosamund Pike regge benissimo la mutevole Amy, tanto da guadagnarsi la prima candidatura all'Oscar.
Nel cast, nel ruolo dell'inquietante ex di Amy, anche Neil Patrick Harris, il Barney Stinson di How I met your mother, nonché futuro presentatore della notte degli Oscar 2015.
Trailer:
Rosamund Pike regge benissimo la mutevole Amy, tanto da guadagnarsi la prima candidatura all'Oscar.
Nel cast, nel ruolo dell'inquietante ex di Amy, anche Neil Patrick Harris, il Barney Stinson di How I met your mother, nonché futuro presentatore della notte degli Oscar 2015.
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