“Non incominciarlo…”
“Ma sei sicuro..? Guarda che poi non
esci di casa fino alla fine eh!”
“Okay, ma ricordati… Non ti
affezionare ai personaggi!”
Spoilerone lo so, ma tanto è quello
che TUTTI ti dicono quando inizi a vedere questa serie.
Di cosa stiamo parlando?
Ma de “Il Trono di Spade” ovviamente!
La serie nasce come
adattamento televisivo del ciclo di romanzi “Cronache del ghiaccio
e del fuoco” di George R.R. Martin.
Si racconta che
quest’ultimo abbia rifiutato negli anni numerosi contratti
cinematografici, dal momento che la durata di un film avrebbe
richiesto troppi tagli alla storia, rendendo impossibile integrare la
trama così come l’autore l’aveva intesa. Alla fine però si
presentò l’HBO con un progetto per una serie TV, e ciò che è
venuto dopo è sotto gli occhi di tutti.
Io personalmente ho
resistito finché ho potuto, ma poi, cedendo all’insistenza di più
di un amico, ho iniziato a vederlo, ed ora che è finita la quarta
stagione, mi sento un vuoto dentro… Che solo la quinta stagione può
colmare.
Fortunatamente il
sottoscritto non è l’unico ad esser rimasto sotto a questa serie
tv, stiamo infatti assistendo ad un vero e proprio fenomeno di massa,
che - soprattutto in America - non risparmia nemmeno i neonati, che
si ritrovano ad esser chiamati come i personaggi del “trono”.
Nel 2012, infatti,
secondo dati ufficiali della Social Security USA, c’è stato un
boom di bambine chiamate “Daenerys”, per non parlare del nome
“Khaleesis”, e considerando il fatto che gli ascolti non
accennano a diminuire, direi che fra 40/50 anni potremmo anche avere
una Khaleesi come presidente degli Stati Uniti.
Fichissimo!
La serie descrive le avventure dei
personaggi che vivono fra da due continenti. Il centro più grande e
civilizzato del continente occidentale che ha per capitale Approdo
del Re, dove si trova il famoso Trono di Spade, e il continente più
a est, Essos, composto da città-stato dominate da mercanti. La lotta
per la conquista del trono porta le più grandi famiglie del
continente occidentale a scontrarsi o allearsi tra loro in un
contorto gioco di potere. Il titolo originale della serie infatti è
“The Game of Thrones” - Il gioco dei troni, che descrive
egregiamente le dinamiche che si propongono tra le varie casate.
Famosa la frase di Cersei Lannister:
“Al gioco del trono… o si vince, o
si muore…”
Oltre agli intrighi creati dagli uomini
però, emergono anche forze oscure e magiche, che rendono più
entusiasmante la serie senza però esagerare; ogni componente, ogni
storia che si intreccia, è sapientemente dosata, e il telespettatore
si ritrova inevitabilmente catapultato all’interno di questo
universo fantasy che colpisce non solo gli appassionati del genere,
ma anche i profani. Io stesso ho atteso così tanto a vedere questa
serie proprio perché il fantasy “non è il mio genere”, anche se
sono rimasto chiaramente colpito da capolavori come “Il Signore
degli Anelli”, “Ladyhawke”, “Tron” o “Oz”.
Mi sono spiegato questo arcano
giustificandolo con l’ottima scelta del casting dei personaggi.
Non c’è niente da dire, funzionano.
L’odioso Joffrey, la guerrigliera
Arya, il coraggioso Jon Snow, l’onorevole Ned Stark, l’astuto
Tyrion, per poi arrivare ad uno dei veri protagonisti della serie, la
cinica Cersei…
Proseguendo con le puntate, diverrà
chiaro che in realtà non esistono davvero dei cattivi, e non
esistono nemmeno dei buoni in senso generale.
Ogni soggetto si trova davanti a scelte
difficili, e può capitare che anche un buono si comporti da cattivo,
facendo una cosa moralmente sbagliata.
Questo spessore del personaggio, non si
può trovare facilmente in un film, ma nelle serie TV ha più senso,
ogni episodio dura la bellezza di 50 minuti, cosicché la storia di
ognuno può trovare spazio nella sua interezza, viene espansa, messa
sotto torchio, così da far capire a chi guarda la serie, quali sono
le ultime motivazioni che quasi “giustificano” un’azione.
E’ così che anche il cattivo di
turno, ci sembra quasi un buono… “Dai ma che ha fatto…? Però
cioè, ci credo che ha fatto così, gli è successo questo, questo e
quest’altro…”.
Inoltre, questa serie prevede che vi
sia quello che in gergo viene definito “cast corale”, non vi è
dunque un singolo protagonista, ma esistono diversi personaggi
principali che interagiscono sì fra loro, ma allo stesso livello.
L’autore dei romanzi stesso, si è
detto soddisfatto del risultato, affermando che la serie è molto
fedele all'opera letteraria e che gli attori sono stati all'altezza
delle aspettative.
Una piccola curiosità è che il
network ha in programma l’adattamento di tutta la saga di George
R.R. Martin, che però al momento risulta incompleta, questo vuol
dire che in realtà nessuno alla HBO, e nemmeno lo scrittore stesso,
sa come finirà il tutto, rendendo di fatto i fan ancora più curiosi
circo l’esito della serie.
Scritto da Matteo "Maverick" Esposito
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