"C’erano una volta, tre regni vicini e senza tempo, dove vivevano, nei loro castelli, re e regine, principi e principesse con le loro corti. Ci sono un re libertino e dissoluto, una principessa data in sposa ad un orribile orco, una regina ossessionata dal desiderio di un figlio."
Liberamente tratto dalle fiabe scritte da Basile, a cavallo tra il 1500 e 1600, "Il racconto dei racconti" si dirama in tre diverse storie.
La prima fiaba ci parla di una regina triste, a causa di quel figlio che non riesce a concepire, per il quale è disposta a tutto, proprio a tutto .
Una volta esaudito il suo desiderio più intenso, si comporterà in maniera apprensiva e maniacale nei confronti di quel figlio tanto desiderato; le conseguenze saranno nefaste.
Nella seconda, un sovrano erotomane viene conquistato dalla voce leggiadra di colei che crede una fanciulla nel pieno della gioventù, ma che in realtà è una vecchia tanto sciatta e cadente quanto lussuriosa, che grazie ad un incantesimo riacquista gioventù e bellezza
(scatenando analogo desiderio nella sorella).
Nell'ultima fiaba, un re rivolge le sue attenzioni più ad una pulce (che assumerà dimensioni surreali) che all'unica figlia e, alla morte dell'animale, per paura di rimanere solo, pressato dalla figlia che vuole andare in sposa ad un giovane principe, stabilisce che avrà diritto a sposare la principessa colui che saprà rispondere ad una domanda ai limiti dell'impossibile.
Tra draghi marini, cuori pulsanti, animali ammaestrati, artisti circensi, cavi tesi sul vuoto...e ancora il bianco della purezza, il rosso dei sentimenti più violenti, il nero dei presagi più oscuri prende vita il nuovo film di Garrone.
Il regista ha il grande pregio di rivoluzionare il genere fantasy, meno folgorante da un punto di vista visivo ma dai contenuti ben più profondi e complessi.
Il film, a differenza dei comuni fantasy dinamici e scorrevoli, è anche piuttosto statico e a tratti lento , il che esclude una ampia fetta di pubblico appassionata del genere.
La complessità del film è anche figlia della stessa opera "Lu cuntu de li cunti" di Basile, libro di estrazione barocca e come tale, molto ingombrante e di difficile comprensione, destinato all'epoca per un pubblico di estrazione intellettuale e borghese.
Garrone, quindi, non tradisce lo spirito originario dell'opera, confezionando un film molto complesso e che, probabilmente, farà storcere il naso ai puristi del genere fantasy.
Personalmente, non avendo i preconcetti di chi è appassionato del genere, ho trovato il film veramente valido e ben costruito; lodevole anche il ricorso pressochè nullo alla computer grafica a favore di una costruzione quasi artigianale degli effetti speciali.
Da vedere!
TRAILER:
Liberamente tratto dalle fiabe scritte da Basile, a cavallo tra il 1500 e 1600, "Il racconto dei racconti" si dirama in tre diverse storie.
La prima fiaba ci parla di una regina triste, a causa di quel figlio che non riesce a concepire, per il quale è disposta a tutto, proprio a tutto .
Una volta esaudito il suo desiderio più intenso, si comporterà in maniera apprensiva e maniacale nei confronti di quel figlio tanto desiderato; le conseguenze saranno nefaste.
Nella seconda, un sovrano erotomane viene conquistato dalla voce leggiadra di colei che crede una fanciulla nel pieno della gioventù, ma che in realtà è una vecchia tanto sciatta e cadente quanto lussuriosa, che grazie ad un incantesimo riacquista gioventù e bellezza
(scatenando analogo desiderio nella sorella).
Nell'ultima fiaba, un re rivolge le sue attenzioni più ad una pulce (che assumerà dimensioni surreali) che all'unica figlia e, alla morte dell'animale, per paura di rimanere solo, pressato dalla figlia che vuole andare in sposa ad un giovane principe, stabilisce che avrà diritto a sposare la principessa colui che saprà rispondere ad una domanda ai limiti dell'impossibile.
Tra draghi marini, cuori pulsanti, animali ammaestrati, artisti circensi, cavi tesi sul vuoto...e ancora il bianco della purezza, il rosso dei sentimenti più violenti, il nero dei presagi più oscuri prende vita il nuovo film di Garrone.
Il regista ha il grande pregio di rivoluzionare il genere fantasy, meno folgorante da un punto di vista visivo ma dai contenuti ben più profondi e complessi.
Il film, a differenza dei comuni fantasy dinamici e scorrevoli, è anche piuttosto statico e a tratti lento , il che esclude una ampia fetta di pubblico appassionata del genere.
La complessità del film è anche figlia della stessa opera "Lu cuntu de li cunti" di Basile, libro di estrazione barocca e come tale, molto ingombrante e di difficile comprensione, destinato all'epoca per un pubblico di estrazione intellettuale e borghese.
Garrone, quindi, non tradisce lo spirito originario dell'opera, confezionando un film molto complesso e che, probabilmente, farà storcere il naso ai puristi del genere fantasy.
Personalmente, non avendo i preconcetti di chi è appassionato del genere, ho trovato il film veramente valido e ben costruito; lodevole anche il ricorso pressochè nullo alla computer grafica a favore di una costruzione quasi artigianale degli effetti speciali.
Da vedere!
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