"Gli insetti non hanno diplomazia, sono molto brutali, non hanno
comprensione, non hanno compromessi: non c'è da fidarsi degli insetti."
Seth Brundle (Jeff Goldblum) è un giovane scienziato che ha inventato una rivoluzionaria macchina in grado di teletrasportare gli oggetti, chiamato telepod.
Durante un convegno, incontra Veronica, una giovane giornalista scientifica alla quale propone di seguire tutti i progressi dei suoi test.
Inizialmente, il successo degli esperimenti effettuati con gli oggetti non si ripete con gli esseri viventi.
Tuttavia il fallimento non ferma lo scienziato, infatti, perfezionata la macchina, ritenta l'esperimento con esiti positivi.
Nel frattempo, Seth ha anche instaurato una relazione sentimentale con la giornalista Veronica, la quale, accortasi che Stathis (direttore della rivista per la quale scrive nonchè suo ex compagno) si è messo in contatto con lo scienziato per rubarle il servizio, pianta in asso il povero Seth proprio durante i festeggiamenti per l'avvenuto esperimento e si reca in direzione per dei chiarimenti.
Lo scienziato, credendo che i due abbiano ancora una relazione, ubriaco e deluso, decide di provare l’esperimento su di sé.
Però, un istante prima che la porta del telepod si chiuda, una mosca s’inserisce nella capsula con lui senza che egli se ne renda conto.
In seguito, si accorge che le sue capacità sensoriali e fisiche sono aumentate, e che sempre più, prevalgono in lui istinti animaleschi.
Non a caso, i comportamenti sempre più ambigui e violenti, portano Veronica ad interrompere la loro relazione.
La sua mutazione fisica peggiora di giorno in giorno: scopre così che c’è stata una fusione a livello molecolare-genetico tra lui ed una mosca.
Seconda pellicola americana per il regista canadese dopo il precedente La zona morta (1983) e primo remake (sarebbe meglio dire larga rivisitazione) de L’esperimento del dottor K. (1958) di Kurt Neumann, anch’esso ispirato al racconto di George Langelaan.
Se la versione del 1958, è stretta ancora nella morsa del Codice Hays, ed è un misto tra fantascienza ed orrore, quella di Cronenberg è davvero altro, è il terrore malsano della carne, come dice lo stesso Brundle.
Se nella versione di Neumann l’orrore è rappresentato nella scienza che l’uomo non è in grado di gestire a livello razionale e morale, Cronenberg penetra invece nelle paure più nascoste dell'uomo, mettendo in secondo piano l'aspetto prettamente scientifico.
Profondissimo, a tal proposito, il pentimento e la riflessione di Brundle: “Non funziona con la carne. I computer imparano solo quello che gli dici. Sarò io abbastanza ignorante sulla carne…”, ignoranza che egli stesso sfiderà poco dopo facendosi teletrasportare.
La mosca è una delle pellicole che tira fuori le passioni originali del regista: la carne, la mutazione biomeccanica, gli insetti (“Non sono diplomatici gli insetti” dice Brundle), il tutto condito in una salsa che richiama, a tratti, le filmografie dei b-movies.
L’uomo che si rigenera, è distrutto, masticato e ricreato in una capsula , una mutazione che è fusione di codici biologici apparentemente lontani anni luce tra loro.
Ancora una volta, è l’ambiguità del fato a cambiare le carte in tavola, i codici genetici, l’incidente durante un esperimento di teletrasporto: l’unione del gene di un insetto con quello di un uomo.
Lo sguardo critico del regista non si placa, l’uomo è un essere che corre più veloce del mondo, una corsa che lo surclassa e che lo fa tornare ad essere piccolo piccolo.
La mosca è l’incubo di un mostro/ibrido creato e rinnegato dall'uomo, ed è uno tra i più riusciti incubi scientifici del cinema horror di stampo fantascientifico.
Se la versione del 1958, è stretta ancora nella morsa del Codice Hays, ed è un misto tra fantascienza ed orrore, quella di Cronenberg è davvero altro, è il terrore malsano della carne, come dice lo stesso Brundle.
Se nella versione di Neumann l’orrore è rappresentato nella scienza che l’uomo non è in grado di gestire a livello razionale e morale, Cronenberg penetra invece nelle paure più nascoste dell'uomo, mettendo in secondo piano l'aspetto prettamente scientifico.
Profondissimo, a tal proposito, il pentimento e la riflessione di Brundle: “Non funziona con la carne. I computer imparano solo quello che gli dici. Sarò io abbastanza ignorante sulla carne…”, ignoranza che egli stesso sfiderà poco dopo facendosi teletrasportare.
La mosca è una delle pellicole che tira fuori le passioni originali del regista: la carne, la mutazione biomeccanica, gli insetti (“Non sono diplomatici gli insetti” dice Brundle), il tutto condito in una salsa che richiama, a tratti, le filmografie dei b-movies.
L’uomo che si rigenera, è distrutto, masticato e ricreato in una capsula , una mutazione che è fusione di codici biologici apparentemente lontani anni luce tra loro.
Ancora una volta, è l’ambiguità del fato a cambiare le carte in tavola, i codici genetici, l’incidente durante un esperimento di teletrasporto: l’unione del gene di un insetto con quello di un uomo.
Lo sguardo critico del regista non si placa, l’uomo è un essere che corre più veloce del mondo, una corsa che lo surclassa e che lo fa tornare ad essere piccolo piccolo.
La mosca è l’incubo di un mostro/ibrido creato e rinnegato dall'uomo, ed è uno tra i più riusciti incubi scientifici del cinema horror di stampo fantascientifico.
Indubbiamente, un piccolo (mostruoso) cult.
Trailer:
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