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The Wolf of Wall Street

  
"Lasciate che vi dica una cosa. Non c'è nobiltà nella povertà. Sono stato un uomo povero, e sono stato un uomo ricco. E scelgo di essere ricco tutta la vita, dannazione!"



Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio) è un giovane aspirante broker, protagonista tra fine anni 80 ed inizi anni 90, di una strepitosa ascesa ed un altrettanto prevedibile discesa nell'olimpo di Wall Street.
Questa realtà, affascina subito il giovane Jordan e, grazie alle dritte del suo gran maestro, comprende che servono almeno due regole per non implodere in questo caotico mondo: la cocaina e la masturbazione ( la mattina appena sveglio e subito dopo pranzo).
La compagnia, con cui inizia la sua avventura negli investimenti azionari, fallisce proprio durante il suo primo giorno di lavoro a causa di un collasso del mercato.
Sarà l'occasione per Jordan di ripartire dal basso: entra così in una piccola compagnia di investimenti, dove scopre il truffaldino metodo di guadagno dei Pink Sheets.
Questi "fogli rosa", indicano il prezzo delle penny stock: generalmente sono delle azioni dal basso prezzo ma dal rischio elevato che, per la loro natura, non sono sottoposte a rigidi controlli e regalano un guadagno del 50% su ogni commissione compiuta dal venditore.
Rimessosi in carreggiata, Jordan decide di aprire una società tutta sua insieme al suo vicino di casa Donnie Azoff (Jonah Hill), il quale, affascinato dallo stile di vita del vicino, si licenzia dal suo procedente lavoro per cavalcare l'onda dei facili guadagni.
Da un iniziale manipolo di ex spacciatori, la società di Belfort vede crescere rapidamente il suo avido impero: i broker sotto la sua ala crescono a dismisura, la rivista Forbes dedica al giovane la copertina del suo giornale e l'FBI inizia ad insospettirsi sulle attività di questa rigogliosa società.
Il successo economico di Jordan investe anche la sua vita affettiva: durante una delle tante feste tra colleghi, droghe e puttane incontra Naomi, donna affascinante e ben più disinibita della moglie dalla quale divorzierà per sposarsi con la sua nuova fiamma.



L'incantato mondo fatto di sesso, droghe e penny stock, però, non sarà destinato ad avere lunga vita: una serie di scelte sbagliate su dove nascondere gli abnormi guadagni delle sue commissioni, saranno l'occasione per l'FBI di far luce sugli illeciti di Jordan ed i suoi colleghi.


L'ultima fatica di Scorsese è un tripudio di eccessi, a cominciare dalla durata del film: 179 minuti di pura follia ed adrenalina, tra cocaina, sesso in ufficio e soldi a palate.
Il film, è stato dai più paragonato al blasonato Wall Street, ma, a mio avviso, se ne discosta da più punti di vista: i broker visti da Oliver Stone sono uomini rigidi e affamati di soldi, quelli di Scorsese sono piccoli uomini che si divertono a sentirsi i padroni del mondo e, nel farlo, sembrano quasi degli adolescenti che passano dal mondo delle superiori all'idealizzato mondo del college.
Lo stesso ufficio, diventa una sorta di circo colorato, all'interno del quale si lanciano nani, si rasano teste e vengono arruolate puttante (dalle diverse fasce di prezzo) per consumare i più bassi istinti tra una vendita e l'altra.
La commedia nera ruota tutta intorno ad un ottimo DiCaprio, che giunto alla quinta collaborazione con Scorsese, si cala perfettamente, nel ruolo di antieroe privo di una qualsiasi morale, un self made man, partito dal basso che non ha intenzione di tornare da dove è venuto.
La felicità è direttamente proporzionale al conto in banca, la moglie è vista al pari di una bella macchina sportiva ed i figli sono per lo più secondari ed ignorati.
Ottima, anche la prova interpretativa di Jonah Hill, spalla altrettanto (se non più) cinica e politicamente scorretta: la sua figura sgraziata e prossima all'obesità, che lo ha reso nelle sue precedenti fatiche comico e divertente, contribuisce in The Wolf of Wall Street a dare ancora più forza all'idea di viscidume ed avidità.
L'unica cosa che conta è il dio denaro, visto ed innalzato a dogma supremo, la sola tavola che ti permette di cavalcare un'onda alta più di trenta metri che rischia di travolgerti e consegnarti  una vita fatta di monotonia e ripetitività.

Anche stavolta, Scorsese, è riuscito a regalarci (seppur con toni diversi) un film destinato a diventare una pietra miliare del nostro tempo.

Trailer:






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