Tredicesimo lavoro di Kim Ki Duk, di nuovo sulla tematica dell’amore, anzi no. Qui si parla di tempo, dello scorrere del tempo e dell’influenza di tale nelle relazioni umane. Seh-hee e Ji-Woo, vivono insieme da due anni, si amano, ma la paure che l’altro si stufi di vedere “la stessa faccia” e di toccare lo stesso corpo”, spinge la giovane a creare un diversivo, ad essere diversa, per riaccendere la passione, perchè il suo uomo non si stanchi mai del suo viso. In Time si parla d’amore, si grida, si urla, si parla troppo. Abituati alla poetica leggiadria delle immagini, ai non dialoghi perchè superflui, questo nuovo lavoro che ha tutta l’aria di essere “transizionale”, per certi versi mantiene lo standard al quale il bravissimo regista ci aveva abituato, ma per altri toppa. . La prima parte del film risulta irritante, piatta, assolutamente normale e lontana dal film che ci si aspettava. La seconda rivela un buon crescendo drammatico, qualche bellissimo sprazzo di genialità, ma molte scelte infelici, forse nate per allentare la tensione ma quasi fuori luogo.
Una fine che colpisce, atipica per Il KIm che aspettavamo, ma seppur nella sua imperfezione, diversità o nel suo essere “opera minore”, c’è qualcosa di forte che rimane addosso dopo la visione, che lascia quasi interdetti. Bellissima l’immagine della scalinata che tende verso il cielo. Un’ analisi introspettiva sulla follia umana e sui sentimenti, che poteva divenire un film meraviglioso e che invece ha dimostrato evidenti limiti.
“Una manciata di sequenze che si imprimono, restano, sono gradini di un’opera imperfetta e stratificata e cancellano il tenue rimpianto di un film aggraziato, lacerante, solamente minore.”
Gli spietati
Diciamolo, i film americani non brillano per originalità di linguaggio. Situazioni, frasi e protagonisti spesso sembrano uscire dalla stessa pellicola. Al che ti chiedi: ma è un film o la telecronaca di Fifa 98? Qualcuno viene pagato per mettere le stesse frasi ovunque? C'è un giro sotto? Messaggi subliminali per farli entrare nel gergo comune? Nel dubbio: maledetti, figli di puttana! E pensare che oggi era il mio ultimo giorno di servizio!!Passami una ciambella, figliolo, prima che sforacchi il culo di quegli alieni...non mi sento più le gambe, ci rimetterò il mio culo bianco...passatemi il presidente! Ecco le 30 frasi più inflazionate dei film e...God bless America. #1 "é mio figlio! è il mio bambino!" Disse il padre che voleva disconoscerlo un secondo prima. #2 "Figlio di puttana!" Il collega che inizia ad apprezzare l'operato del collega che prima disprezzava. #3 "Oggi è il mio ultimo giorno di servizio." Succede
Dopo la classifica dei film che tolgono il sonno, ecco quelli che te lo restituiranno con gli interessi! Sì quei film che, ti giri e mezza sala è già andata, l'altra metà lotta senza speranza contro la palpebra calante...e tu che non vuoi fare la loro fine....e si accendono le luci! Oppure quelli che, carico di aspettative, ti vedi a casa sul divano con l'uomo/donna della tua vita ma è un attimo e uno dei due crolla sulla spalla dell'altro. Alcuni (e dico solo alcuni) sono davvero dei bei film, ma non c'è caffè che regga, sei destinato a non vedere la fine. 10. Paranormal Activity 1- Oren Peli (2007) Una tizia si sveglia di notte e fissa il fidanzato. Tutta la notte. Ogni notte. Lui piazza una telecamera per riprenderla. Questo fa molto incazzare l'essere oscuro che infesta la casa e la ragazza. Questo fa molto dormire. 9. Avatar (alla seconda visione) - James Cameron (2009) Forse la prima volta al cinema e con gli occhiali 3D e solo con ques
Forse non avete ancora percepito la rivoluzione nel mondo delle web series che sta avvenendo proprio in Italia. Se pensavate che il fondo dell'italiana dignità l'avessero raschiato via i fratelli Vanzina, sbagliavate. E di grosso. Vuol dire che vi siete persi quell'incredibile perla trash che è The Lady. Scritto, diretto, girato e montato da Lory del Santo. Lei che come poche sa cogliere la fuggevolezza dell'attimo che separa il tamarro dal suo prossimo selfie in palestra. Diciamocelo, il vero punto di forza è la sceneggiatura: di fatto, tra un dialogo in stile "Ammazza, ma chi è quella bonazza?" e " ammazza quanto sei alta, ma che sei 'na giraffa!", vengono inseriti ambigui, quanto fuori luogo, aforismi in genere pensati dalla protagonista del tipo: "Ma perché l’amore non è vero, sincero, semplice, perché sono infelice? Io odio la violenza”. Per farla breve, la serie (10 episodi di ben 10 minuti ciascuno!) ruota intorn
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